Il Qi
Cari Amici,
andremo con questo articolo, ad affrontare l’argomento che più di tutti caratterizza e distingue la Medicina Cinese dalla Medicina Occidentale: il Qi.
Questo termine è generalmente tradotto come “Energia”, il carattere cinese che lo rappresenta, indica il vapore sprigionato da un chicco di riso che scoppia; questo rende l’idea di cosa intendessero gli antichi Cinesi per Energia Vitale, cioè quella sprigionata dal riso cucinato, loro alimento principale per antonomasia.
Il Qi (si pronuncia “ci”) scorre in canali detti comunemente “Meridiani”, linee virtuali che attraversano tutto il corpo, in superficie e in profondità, che vanno a formare il “Sistema Energetico”, quello che in occidente non è conosciuto né considerato; la Medicina Occidentale, si è sempre basata su quelli Cardiocircolatorio, Nervoso e Linfatico più tangibili, dimostrabili e di conseguenza trattabili.
I testi antichi di Medicina Cinese ci insegnano che: “Il Sangue produce il Qi e il Qi muove il Sangue”, in termini moderni di bioelettrochimica, questo fenomeno si potrebbe spiegare così: il sangue scorrendo nei vasi, per attrito, crea tutto intorno alla parete un campo di energia elettromagnetica (Qi) è lo stesso fenomeno che accade quando una corrente elettrica attraversa un filo, il cosiddetto “effetto skin”, ovvero la corrente non scorre attraverso il conduttore, ma in maniera aderente tutto intorno al suo diametro.
Questo è il meccanismo della produzione del Qi, che a sua volta, promuove la circolazione del sangue all’interno del vaso stesso.
Il nostro corpo è formato da cellule, le quali a loro volta sono costituite da atomi e molecole, che, come dimostrano le ultime ricerche della nuova fisica (che non considera più tanto le particelle, ma campo e onde) emanano e ricevono Luce ed Energia, pur essendo “materia”, questo concetto a tutt’oggi, per chi non si occupa di Medicina Energetica, può ancora risultare fumoso.
Come già detto, in occidente, si è iniziato a considerare il Sistema Energetico solo negli ultimi decenni, mentre in oriente è parte integrante della loro cultura da sempre, di fatto tutte le tecniche terapeutiche utilizzate, Qigong, Agopuntura, Tuina ecc. sono dei “modulatori di Energia/Qi”.
Con la Farmacologia, si somministrano rimedi (vegetali, minerali e animali) che oltre alla modulazione energetica, danno al corpo sostanze, un’integrazione alimentare nutritiva, anche con la moxibustione (cauterizzazione/riscaldamento degli agopunti) andiamo ad immettere calore (tonifichiamo la parte Yang dell’Energia) e anche in questo caso portiamo all’interno del corpo un valore aggiunto.
Con l’Agopuntura, il Tuina e il Qigong, tecniche esclusivamente energetiche per eccellenza, non si aggiunge né si toglie niente al sistema (corpo-mente-spirito) ma si vanno ad operare delle modulazioni/modifiche nella concentrazione e distribuzione del Qi; al limite si “toglie” una minima quantità di energia, il minimo indispensabile che consumiamo nel muoverla, o se le condizioni lo rendessero necessario (quadri caratterizzati da eccessi di Qi patogeno) andremo ad operare delle “dispersioni” atte a ristabilire l’equilibrio.
Tutte queste tecniche, lavorano “spostando il Qi” da dove è in eccesso verso le zone carenti, concentrandolo dove è scarso o disperdendolo dove è in accumulo, insomma modificano riequilibrando funzioni del sistema, che temporaneamente hanno smesso di lavorare armonicamente e quindi hanno prodotto sintomi e disturbi di vario genere e gravità.
Quando soffriamo di un qualsiasi disturbo, nella fase iniziale, il problema è quasi sempre a carico di qualche funzionalità del corpo che si è alterata o momentaneamente interrotta: pensiamo banalmente ad un blocco muscolare o articolare che produce dolore, all’interruzione momentanea del processo digestivo dovuto all’esposizione al freddo, o a un blocco o rallentamento circolatorio in una zona, dovuto a un trauma.
Se in tutte queste situazioni e anche in altre più complesse, si corresse ai ripari ristabilendo in tempo la funzionalità interrotta o compromessa, si potrebbe “guarire” presto da malesseri e sofferenze; se al contrario venissero lasciate agire, magari (come si fa spesso) mascherandole con dei rimedi esclusivamente sintomatici, si incorrerebbe nel problema, col tempo, che un disequilibrio funzionale (che diventa cronico e si approfondisce) diventi anche anatomico, intacchi cioè la materia.
Faccio un esempio: se si soffre cronicamente di cefalea miotensiva, dovuta a contratture e accorciamenti a carico delle strutture muscolo-fasciali delle spalle e del collo e si tengono a bada i sintomi e il dolore con analgesici e antiinfiammatori, senza intervenire sulla disfunzione, le vertebre e i dischi della colonna cervicale, saranno costretti a lavorare costantemente sotto un carico e una trazione eccessiva.
Questo causerà col passare del tempo, un’usura prematura e una modificazione strutturale dei dischi intervertebrali, con conseguente variazione delle fisiologiche curve, che spesso sono causa di protrusioni ed ernie discali. A questo punto purtroppo il processo sarà irreversibile e spesso l’unica soluzione che rimane è intervenire chirurgicamente.
Non entro nel merito, perché questo ci porterebbe troppo lontano, di quante e quali siano le situazioni che vedo ormai degenerate, nella mia pratica quotidiana, che sarebbero potute essere trattate e risolte se prese in tempo, cioè quando il problema era ancora solo a carico di un “deficit o eccesso di Qi” cioè quando era solo compromessa la funzione e non la struttura; come disse il grande saggio Lao Tze: “Il più grande dei problemi del mondo, poteva essere risolto quando era piccolo”.
Questo è il concetto di prevenzione in MTC, avvalersi della possibilità che ci viene offerta dalla valutazione energetica ed accorgersi con largo anticipo dei segni e dei sintomi che preludono all’insorgere di possibili problemi maggiori e poter così intervenire quando si è ancora in tempo.
Un caro saluto e… alla prossima 🙂